...Il grande marinaio / Catherine Poulain...

Ho letto questo libro un po’ di corsa come presa dall’entusiasmo  e un po’ con una lentezza infinita come il mare piatto quando non tira un filo di vento. Ho pensato anche  di abbandonarlo a un certo punto, troppe ore in mare, troppa pesca, ma poi mi attraeva a tal punto che ero costretta a riapriirlo per vedere come se la sarebbe cavata la protagonista. Si perché, la protagonista non è una donna qualunque , di quelle che vanno a bere il caffè alla mattina al bar più vicino e se ne escono con un sorriso e la piega perfetta, magari aspettando l’amore della propria vita all'angolo della strada. No. Lei è una donna che ha deciso di lasciare tutto e imbarcarsi sulle navi da pesca dell’Alaska. Le navi da pesca e l’Alaska, già queste cose separate mi fanno pensare all’impossibile, messe assieme poi, all’improbabile. Eppure c’è chi lo fa, chi lascia tutto, chi parte, chi vive sulla cresta dell’onda o ai confini del mondo. Un po’ come lei che giustifica la sua scelta con : “ Non voglio morire di noia, di birra, di una pallottola vagante. Di infelicità. Me ne vado. “ E lei se ne va davvero. E sale sul serio su una di queste barche con la morte sulle spalle e il pesce sempre addosso, ma la cosa strana è che mentre leggi, su questa barca ci sei anche tu, tra gli halibut, tra le onde e il freddo, tra i gabbiani e il troppo alcool al bar, tra  la paura e i battiti di cuore, perché c’è sempre un cuore che batte per un grande marinaio.  E forse è questo che ti spinge a non abbandonare la lettura ma ad andare fino in fondo. Parola dopo parola si diventa compagni di viaggio, si crea un legame e si sa, non si abbandona mai  un compagno di ciurma, lo si segue fino alla fine. 


Foto da google
Catherine Poulain / Il grande marinaio
ed. Neri Pozza, 2016
399 pag.

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