....CUORI DI NOCI...

Il sole era alto e scaldava l’aria, potevo vederlo dalla finestra delle cucina in quell’azzurro vivo del cielo. Un gabbiano volò oltre scomparendo dalla mia visuale, iniziai a tirare fuori gli ingredienti per i biscotti, poggiandoli sul tavolo di legno scuro.
150gr di farina biologica, due uova, 10 noci, 60 gr di burro ammorbidito e più o meno 80 gr di zucchero di canna.
Accesi la radio, suonava una canzone di Jason Derulo- Cheyenne.
Versai la farina in un ampio recipiente, alcuni soffici granelli mi rimasero sulle dita mentre creavo un buco al centro dove avrei versato  il tuorlo color arancio e un uovo intero. Presi lo zucchero ambrato e lo feci scivolare sulle uova rotte, per ultimo il burro ammorbidito. Con un mestolo di legno iniziai a mescolare gli ingredienti grezzi dandogli una sorta di uniformità che si concretizzò solo quando iniziai a impastare con le mani. Le dita affondavano nell’impasto morbido restando attaccato alla pelle, lentamente, movimento dopo movimento potevo sentire la farina aderire al burro, mescolarsi con le uova, i granelli duri dello zucchero che si amalgamavano. Aggiunsi le noci tritate e continuai a impastare  finche la pasta non diventò liscia e soda sotto le mani. Soddisfatta dalla consistenza l’avvolsi in una pellicola trasparente e la misi in frigo per mezzo’ora. 
Il tempo scivolava in fretta come le canzoni alla radio che si susseguirono interrotte solo da dialoghi e pubblicità mentre aspettavo sfogliando una rivista di moda. 
Accesi il forno a 180° statico e tirai fuori la pasta dal frigo. Immersi una mano nel sacchetto di farina, soffice e fresca, buttandone un po’ su un ripiano di legno ruvido, dove ci srotolai la pasta dura e fredda con un matterello infarinato. Scelsi uno stampino a forma di cuore e iniziai a dare forma ai biscotti. Quando posizionai l’ultimo cuore nella teglia ricoperta da carta da forno, ne avevo contati ventiquattro.  Infornai tutto per 15 minuti, lasciando che il profumo si diffondesse nella stanza minuto dopo minuto . Al trillo del timer li tirai fuori, ancora leggermente morbidi e un po' dorati. Un aroma delizioso mi investì il viso, facendomi sorridere a occhi chiusi, ora non restava che farli raffreddare per assaggiarli più tardi, magari con un tè e la compagnia di un buon amico.


Ci sono tanti modi di raccontare una ricetta, io ho scelto di raccontarvela attraverso i sensi, perché cucinare non è solo una questione di ingredienti e misure, è molto di più, è armonia, calore e soprattutto, cuore. 

Photo by Paola Iervolino


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